La crisi del Seicento - scheda didattica
Nel Seicento, l'Europa attraversò un periodo di grande difficoltà, che può essere definito come una crisi generalizzata, ma con differenze significative tra le varie regioni.
Crisi generalizzata: Il Seicento fu un secolo di instabilità per l'Europa, segnato da guerre devastanti (come la Guerra dei Trent'Anni), epidemie (come la peste) e carestie che contribuirono a un grande impoverimento economico. La popolazione fu colpita duramente dalla fame e dalle malattie, e i conflitti militari costarono molto in termini di risorse e vite umane.
Europa centro-settentrionale: Nelle regioni centrali e settentrionali dell'Europa, come la Germania, i Paesi Bassi e la Francia, la crisi assunse principalmente una forma politica e militare. La Guerra dei Trent'Anni (1618-1648) sconvolse gran parte dell'Europa centrale, con un pesante impatto anche sulle popolazioni civili. In questi territori, la crisi fu principalmente il risultato di conflitti interni ed esterni tra stati e dinastie, legati anche a motivi religiosi.
Europa meridionale: Nelle regioni meridionali dell'Europa, come Italia, Spagna e Portogallo, la crisi del Seicento si manifestò principalmente attraverso un grave impoverimento economico e crescenti problemi sociali. Le guerre di conquista, in particolare quelle condotte dalla Spagna e da altre potenze, scaricarono pesanti oneri fiscali sulle classi più povere, specialmente sui contadini. Questo, insieme alla crescente pressione fiscale, portò a un forte rallentamento dell’economia, con una stagnazione che coinvolse vari settori produttivi. Le monarchie di questi paesi, incapaci di risolvere efficacemente le difficoltà interne, non riuscirono a stimolare lo sviluppo economico né a migliorare le condizioni di vita della popolazione. La Spagna, ad esempio, soffriva di un grave indebitamento causato dalle lunghe guerre e dall’eccessivo ricorso al debito pubblico (il ricorso a prestiti esterni per finanziare le spese statali), una situazione che aggravò ulteriormente la crisi. In aggiunta, la crescita demografica e il conseguente aumento della popolazione urbana nelle città provocarono tensioni sociali, alimentando disordini e malcontento tra le classi più povere.
Un esempio di come le tensioni sociali sfociarono in disordini è la rivolta di Masaniello del 1647 a Napoli. Masaniello era un pescatore che, durante un periodo di gravi difficoltà economiche e sociali, guidò una rivolta contro il governo spagnolo che dominava il Regno di Napoli. La causa principale della protesta fu l'aumento delle imposte sui generi alimentari (del 1646 una pesante gabella sulla frutta), che gravavano sulle classi più povere (così come avviene sempre con le imposte indirette). La rivolta, che inizialmente ottenne il sostegno di molti, portò a saccheggi e violenze. Masaniello riuscì a ottenere alcune concessioni dal governo, ma la sua leadership fu di breve durata: poco dopo fu tradito e ucciso, e la rivolta si spense. Tuttavia, questo episodio dimostrò quanto fosse profondo il malcontento tra la popolazione povera, esasperata dalla povertà e dalle difficoltà economiche.
Guerre lunghe e devastanti
Carestie ed epidemie
La peste del 1630-1631, viene descritta dettagliatamente ne I Promessi Sposi. Questo romanzo storico offre una vivida rappresentazione della devastazione causata dalla malattia nella Lombardia dell'epoca e documenta anche le reazioni della popolazione, tra superstizioni, panico e accuse infondate (come quella contro gli "untori").
Impoverimento economico
A colpo d'occhio: Mappa a stella della crisi del Seicento