Un simpatico repertorio di risorse per la didattica della grammatica frastica
La morfologia è il settore della linguistica che si occupa di studiare il modo in cui si formano le parole, i processi di flessione, di derivazione e di composizione.
Si è notato che l'insieme delle parole che fanno parte di una lingua possono essere suddivise in classi, ossia in raggruppamenti di parole che possiedono proprietà comuni. Tali gruppi sono tradizionalmente chiamati parti del discorso e sono suddivisi in parti variabili del discorso e parti invariabili del discorso.
Fanno parte di questo gruppo le parti del discorso che possono mutare la propria desinenza.
Fanno parte di questo gruppo le parti del discorso che non mutano mai di forma.
Il verbo è la parte variabile del discorso che indica, collocandola nel tempo, un’azione compiuta o subita dal soggetto, oppure uno stato, un modo di essere, in una parola un processo collocato nella dimensione temporale.
Per questo motivo, e per la ricchezza delle informazioni che comunica, il verbo ha un ruolo fondamentale nel meccanismo della frase (non a caso “verbo” deriva dal latino verbum, che significa «parola»: è la parola per eccellenza). La nostra vita è intessuta di azioni e di sentimenti, che trovano proprio nei verbi lo strumento di espressione privilegiato.
Tutti i verbi della lingua italiana sono suddivisi in tre coniugazioni sulla base della desinenza dell’infinito presente (-are, -ere, -ire).
In quanto parte variabile del discorso il verbo è composto da radice e desinenza: cant-o, cant-av-o, cant-are.
Rispetto alle altre parti variabili del discorso la flessione del verbo, che si chiama coniugazione, è molto ricca e ci offre indicazioni su queste categorie grammaticali:
La coniugazione ci consente anche di esprimere in diversa maniera la relazione tra l’azione e il soggetto logico (ad esempio: “Luigi mi ha picchiato” oppure “Sono stato picchiato da Luigi”): si parla in questo caso di diàtesi.
È la parte del discorso che ci permette di fare riferimento ai diversi aspetti della realtà: indica persone, animali, cose, azioni, sentimenti, idee, concetti, luoghi, periodi di tempo… (Mario, ragazza, leone, vestito, corsa, amore, libertà, Medioevo…).
L'aggettivo è una parte variabile del discorso che accompagna un nome per qualificarlo o per determinarlo meglio.
La macchina veloce, Il cane simpatico, una meravigliosa sorpresa, il mio tesoro, quattro gatti.
L'articolo è una parte variabile del discorso che poniamo davanti ad un nome per indicare il genere (il preside, la preside) o il numero (la città, le città). Gli articoli precedono sempre dei sostantivi (nomi) e ci aiutano a costruire delle frasi più chiare.
Il pronome è una delle parti variabili del discorso. Lo si usa per sostituire un nome (o altro) oppure per riferirsi a un elemento del contesto in cui si svolge il discorso (funzione deittica).
Le preposizioni sono parole invariabili che creano relazioni tra le parole, formando complementi (il cane di Luigi) e proposizioni (Luigi è uscito per incontrare Luisa).
La congiunzione è la parte invariabile del discorso che congiunge fra loro gli elementi di una proposizione (Giovanna e Carla fanno i compiti) o due proposizioni (Giovanna fa i compiti e Carla mangia la zuppa di broccoli).
L'avverbio è una parte invariabile del discorso che modifica il significato di una parola o di un'intera frase.
Luigi è un tipo che raramente perde la pazienza
Parola o espressione invariabile che esprime in modo immediato un sentimento o una sensazione.