Un simpatico repertorio di errori da evitare

Errori grafici e ortografici

  • Tracce si scrive senza "i". Come piogge, spiagge, facce, pance, parolacce.
  • "Quale" si scrive con la "q", non "cuale".
  • "Po'" si scrive con l'apostrofo (non con l'accento "pò"). È la forma tronca di "poco".
  • "Sì" si scrive con l'accento quando è un avverbio affermativo.
  • Soprattutto si scrive con quattro "t": soprattutto.
  • Si scrive A parte e non Apparte.
  • La locuzione avverbiale A volte si scrive con due parole: non ha grafia univerbata.
    es. "A volte può capitare di riscontrare dei malfunzionamenti".
    Avvolte è il participio passato di avvolgere.
    es. "Le ho avvolte con della carta affinché non si rompessero"
  • Si scrive conoscenza non conoscienza.
  • Si scrivi (e si dice) purtroppo non puLtroppo (è l'unione di pure e troppo).
  • Vedrò si scrive con l'accento sull'ultima vocale (vale per tutte le parole tronche con più di una sillaba: correrò, salutò, felicità, però, perché...).
  • Gli e Le:
    • "Gli" significa "a lui" ed è usato per riferirsi a un nome maschile.
      Es: "Ho incontrato Mario e gli ho chiesto della partita di pallavolo".
    • "Le" significa "a lei" ed è usato per riferirsi a un nome femminile.
      Es: "Ho incontrato Marta e le ho chiesto della partita di pallavolo".
  • GLI può essere anche articolo determinativo (plurale di LO), ad esempio:
    • prendiamo GLI zaini
    • GLI alunni vennero sospesi
    • Hai notato GLI strani occhiali della professoressa?
  • Si scrive "scoiattolo" e non "scogliattolo".
  • Si scrive "immobile" e non "in mobile".
  • "Obiettivo": pur essendo accettabile anche la forma con la doppia "b", è preferibile la forma con una sola "b", che è più vicina alla forma latina "obiectivum".
  • "Un" e "una":
    • L'articolo indeterminativo maschile è "un" senza apostrofo. Ad esempio, "un animo", "un alpino".
    • L'articolo femminile "una" subisce l'elisione, con l'apostrofo, quando è seguito da una vocale: "un'alunna", "un'orma", "un'altra".
  • "Fu" e "Re" si scrivono senza accento (vedi scheda sull'uso dell'accento):
    • Fu non .
    • Re non .

Concordanza e Uso corretto dei Tempi Verbali

  • Il numero di soggetto e verbo deve concordare: i bambini corrono, la squadra vinse, la classe partì per la gita...
  • Non mescolare presente e passato remoto. Ad esempio, la frase "Entrai in classe e mi siedo al mio posto" non è corretta. Scriviamo "Entrai in classe e mi sedetti al mio posto".
  • La prima persona singolare del passato remoto dei verbi della terza coniugazione ha la desinenza in -ii (ad esempio, riuscii, salii, sentii, dormii). La desinenza in -ì è per la terza persona singolare (riuscì, salì, sentì, dormì).
  • Forme verbali errate: ripassate con cura i verbi. Le forme "sentemmo", "fecie", "ridarono", "volette" e "diventà" sono errate. Scriviamo piuttosto "sentimmo", "fece", "ridiedero", "volle" e "diventerà".
  • Tempi verbali: è lecito utilizzare il presente storico, ad esempio "Entro in classe e mi siedo al mio posto", ma dobbiamo farlo in modo coerente.

Lessico

  • Nativa (f.) si riferisce a chi è nata in un luogo, mentre Natia (f.) si riferisce al luogo di nascita.
  • Fare, dire: nel 99% dei casi esiste un sinonimo adeguato. Usa il dizionario.
  • "Internet" è una rete di elaboratori che consente la condivisione di informazioni. Non va usato come sinonimo di nuove tecnologie, WWW, social, smartphone o telefono.

Errori argomentativi e testuali

  • Ambiguità: Se in una frase citate più soggetti, assicuratevi che il predicato sia chiaro. Esempio errato: "Consalvo non ha un bel rapporto con il padre perché è molto rigido." La frase è ambigua, non si capisce se "è molto rigido" si riferisce a Consalvo o al padre.
  • Attenzione al cambio di soggetto: Quando si cambia soggetto, la frase deve essere chiara. Esempio errato: "Arrivato a casa, Consalvo viene a sapere della malattia della madre e muore." Bisogna specificare chi muore: "Consalvo viene a sapere della malattia della madre, la quale, dopo qualche giorno, muore."

Uso di H e altre lettere

  • La lettera H non ha un suono specifico, ma serve per:
    • Indicare il suono duro di c e g davanti a e e i: "oche", "giochi", "streghe".
    • Distinguere alcune voci del verbo avere (ho, hai, ha, hanno) da altre parole con lo stesso suono.
    • Trascrivere alcune forme esclamative: "oh!", "ahi!", "ah!", "ahimè!".
  • "H" viene utilizzata nei digrammi ch e gh per indicare la pronuncia dura delle lettere c e g davanti a e e i: "chela", "china", "ghigno". Non viene usata davanti alle altre vocali.

Divisione in sillabe

  • Regole di divisione in sillabe: È importante rispettarle. In particolare:
    • si può andare a capo con un gruppo di consonanti che forma una sillaba con la vocale seguente solo se esistono parole italiane che iniziano con lo stesso gruppo: "la-stra", "man-fri-na".
    • divisioni come ma-nto e o-rdi-na-re sono errate. La divisione corretta è man-to, or-di-na-re.