Senta scusi prof

Un simpatico repertorio di risorse per la didattica

Introduzione

Nella vasta e caleidoscopica opera di Italo Calvino, "Leonia" emerge come un microcosmo di riflessioni sulla modernità, il consumismo e l'identità urbana. Questo racconto, parte de Le città invisibili (1974), ci conduce in un viaggio attraverso una città che, pur apparendo simile a tante altre, rivela la sua unicità nella sua incessante metamorfosi.

Calvino, con il suo inconfondibile stile, evoca una realtà dove gli oggetti, le tradizioni e i rapporti umani si sfaldano e si ricompongono in un eterno ciclo di rinnovamento.

"Leonia" si presenta come una città in perpetua trasformazione, dove il rifiuto dell'anzianità è tanto radicale quanto emblematico di una società che rifugge il passato. I cittadini di Leonia, impegnati in un'incessante ricerca di novità, abbandonano ogni traccia di ciò che è stato, prediligendo il nuovo, non tanto per un genuino desiderio di innovazione, quanto per una smania di consumo che li priva di un autentico legame con la loro storia. Calvino, attraverso questa allegoria, ci invita a riflettere sulla superficialità di una società che si nutre di apparenze, tralasciando l'importanza della memoria e della continuità temporale.

La prosa di Calvino, intrisa di una liricità sottile e di una precisione analitica, riesce a catturare l'essenza di questa città che, pur essendo vivace e pulsante, porta con sé una tragica nota di malinconia. Il contrasto tra il continuo rinnovamento e l'assenza di radici storiche diviene così una chiave di lettura per comprendere la condizione umana nell'era contemporanea. In un contesto in cui le città si fanno sempre più simili tra loro, "Leonia" rappresenta un avvertimento, un invito a non dimenticare il passato e a riscoprire il valore delle nostre origini.

In questo modo, Calvino non solo descrive una città, ma ci offre uno spunto di riflessione profonda sulla nostra esistenza e sul nostro rapporto con il tempo, la storia e il progresso.

La città di Leonia, da Le città invisibili

La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio.

Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare.

Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l’arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. È una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne.

Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.

Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.

Più ne cresce l’altezza, più incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spogliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse, allontanare i nuovi immondezzai.

 

Note

  • Lenzuola fresche: Tessuti puliti e appena cambiati, simbolo di novità e freschezza quotidiana.

  • Saponette appena sgusciate: Saponette che sono state tolte dal loro involucro; l'uso di "sgusciate" evoca un’immagine di delicatezza e freschezza, suggerendo una certa sacralità del nuovo.

  • Vestaglie nuove fiammanti: Indumenti freschi e vivaci; "fiammanti" sottolinea l'idea di colore e di vivacità, aggiungendo un tono di esuberanza alla descrizione della città.

  • Frigorifero perfezionato: Frigorifero moderno e altamente funzionale; l'aggettivo "perfezionato" implica una tecnologia avanzata, sottolineando l'idea di innovazione.

  • Barattoli di latta intonsi: Contenitori di metallo che non sono mai stati aperti; "intonsi" significa "mai toccati".

  • Avviluppati: Avvolti o intrappolati; l'uso di questo termine suggerisce un'immagine di confusione o disordine, in contrasto con la pulizia e la novità del resto della città.

  • Resti della Leonia d’ieri: Rifiuti o residui della Leonia del giorno precedente; "ieri" sottolinea la rapidità del ciclo di consumo e abbandono.

  • Carro dello spazzaturaio: Veicolo utilizzato per raccogliere i rifiuti; l'immagine del "carro" conferisce un'aria di dignità e rispetto al lavoro di pulizia della città.

  • Opulenza: Ricchezza e abbondanza; nel contesto di Leonia, si riferisce non solo alla quantità di nuovi beni, ma anche all’abbondanza di rifiuti generati.

  • Godere delle cose nuove: Trovar piacere nel possesso di nuovi oggetti; rappresenta la superficialità della passione per il consumismo.

  • Espellere: Eliminare o scacciare; il termine evoca un’idea di rifiuto e distacco dal passato.

  • Rimuovere i resti dell’esistenza: Eliminare le tracce del vivere quotidiano; indica una pulizia radicale, quasi come un rito sacro.

  • Rispetto silenzioso: Un atteggiamento di venerazione e considerazione; mette in evidenza l’importanza del compito degli spazzaturai nella società di Leonia.

  • Rito: Pratica rituale o cerimonia; qui sottolinea il valore simbolico della rimozione dei rifiuti.

  • Immondezzaio: Luogo di raccolta dei rifiuti; indica un'area destinata a contenere i rifiuti accumulati dalla città.

  • Arretrare: Allontanarsi o spostarsi indietro; qui si riferisce al fatto che gli immondezzai devono essere spostati sempre più lontano dalla città in espansione.

  • Cataste: Mucchi o pile di materiali; l'immagine di "cataste" evoca una sensazione di disordine e accumulo.

  • Sovrasta: Essere sopra o predominare; qui indica come i rifiuti circondino e dominino la città.

  • Acrocoro: Catena di monti; in questo contesto, è una metafora per descrivere l'altezza e la massa dei rifiuti che circondano Leonia.

  • Corazza: Struttura rigida o protettiva; nel testo, indica il modo in cui i rifiuti accumulati formano una barriera attorno alla città.

  • Pattume: Termine colloquiale per i rifiuti; usato in senso spregiativo per enfatizzare il degrado.

  • Sterminato: Enorme o vasto; indica la grandezza dell’immondezzaio che circonda Leonia.

  • Crinale: Parte superiore di una montagna o di una collina; qui, rappresenta il limite oltre il quale ci sono altri immondezzai.

  • Crateri: Cavità o depressioni; in questo contesto, descrive le grandi aree di spazzatura accumulata nel mondo esterno a Leonia.

  • Metropoli in eruzione: Città in continuo sviluppo e cambiamento, simile a un vulcano che erutta; rappresenta l’idea di crescita e produzione di rifiuti.

  • Bastioni infetti: Muri o barriere che contengono qualcosa di contaminato; qui, simboleggia il conflitto e l'accumulo di rifiuti tra le città.

  • Frane: Crolli o smottamenti di terreno; nel testo, rappresenta il rischio di crollo che i rifiuti accumulati possono causare.

  • Valanga: Massa di neve o materiali che scende rapidamente; qui si usa metaforicamente per descrivere il rischio che i rifiuti possano sommergere Leonia.

  • Montuosa: Caratterizzata da montagne; in questo caso, descrive le altissime pile di rifiuti accumulati.

  • Sordida: Sporco, squallido; usato per descrivere il carattere negativo delle accumulazioni di rifiuti.