Questa pagina esplora l'economia europea, spiegando come lo sviluppo economico venga misurato attraverso il Prodotto Interno Lordo (PIL) e descrivendo i tre settori principali: primario (agricoltura, pesca, allevamento), secondario (industria e manifattura) e terziario (commercio, servizi, trasporti, finanza).
L'economia europea è molto sviluppata, ma presenta variazioni significative da paese a paese. Lo sviluppo economico si misura tramite il Prodotto Interno Lordo (PIL), che rappresenta il valore in denaro di tutti i beni e servizi prodotti in un anno in uno stato. Il PIL dell'Unione Europea (UE) contribuisce per circa un quinto del PIL mondiale, il che indica l'importanza economica del continente a livello globale. Questo valore, pur riflettendo una crescita economica generale, varia notevolmente tra i vari paesi dell'UE, con nazioni come il Lussemburgo e la Germania che hanno PIL pro capite molto alti, mentre altri paesi, come la Bulgaria o la Romania, presentano valori inferiori.
Il PIL dell'Unione Europea proviene dai seguenti tre settori principali.
Il settore terziario è il più sviluppato e occupa la maggior parte della forza lavoro europea. L'Unione Europea, tuttavia, affronta problemi economici significativi, come la disoccupazione (specialmente tra i giovani e nelle regioni meno sviluppate) e le differenze di reddito, che possono essere molto marcate tra paesi e all'interno di ogni stato. La disoccupazione è particolarmente alta in Europa meridionale, mentre i paesi più ricchi si concentrano in Europa occidentale, mentre nell'Europa orientale si trovano paesi meno ricchi con economie in via di sviluppo.
Le differenze di reddito sono anche visibili all'interno di ogni stato, tra le diverse classi sociali (per esempio, tra i lavoratori altamente qualificati e quelli non qualificati) e tra uomini e donne, con le donne che generalmente guadagnano meno degli uomini, soprattutto nei settori meno specializzati.
Le risorse naturali in Europa non sono distribuite uniformemente. Alcuni paesi hanno abbondanti risorse minerarie e fonti energetiche, mentre altri ne sono carenti. Le principali risorse naturali europee comprendono:
Nonostante queste risorse, l'Europa utilizza molte più risorse di quelle che possiede. Le fonti energetiche non rinnovabili, sebbene molto utilizzate, sono inquinanti (ad esempio, il carbone e il petrolio contribuiscono all'inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici) e destinate a esaurirsi nel tempo, rendendo necessario il passaggio a soluzioni energetiche più sostenibili.
Per contrastare questo problema, molti paesi europei promuovono fonti energetiche rinnovabili, come energia geotermica (dalla terra), idroelettrica (dai fiumi), solare (dal sole), eolica (dal vento) e biomasse (da materiale organico), che non sono inquinanti e sono destinate a durare nel tempo.
Il settore primario europeo è molto produttivo: oltre la metà del territorio europeo è destinato all'agricoltura, con una varietà di coltivazioni che spaziano dai cereali alle verdure e frutta. L'Europa è al primo posto a livello mondiale per la produzione di grano, vino e olio, elementi fondamentali sia per il consumo interno che per le esportazioni. Il clima favorevole di alcune regioni, come il Mediterraneo, è essenziale per queste colture.
Oltre all'agricoltura, il settore primario comprende:
Il settore secondario europeo è molto sviluppato, con le principali aree industriali in:
Le industrie europee si distinguono per l'automazione (l'uso di macchinari e robot per aumentare la produttività) e la specializzazione (produzione di beni con elevate caratteristiche tecniche, come i motori a combustione o i semiconduttori). Settori particolarmente sviluppati includono quello farmaceutico (produzione di medicinali), tessile (abbigliamento e stoffe), e alimentare (produzione di cibi trasformati e bevande).
Un fenomeno importante è la delocalizzazione, che porta le industrie a spostarsi in paesi a basso costo di lavoro, come la Cina o il Sud-est asiatico. Questo ha creato problemi economici nelle regioni europee che hanno perso posti di lavoro. Tuttavia, l'innovazione tecnologica e la specializzazione industriale garantiscono alta qualità e diversificazione della produzione europea, come nel caso delle auto di lusso o dei prodotti elettronici avanzati.
Il 70% dei lavoratori europei è impiegato nel settore terziario, che include attività legate al commercio, alla finanza e ai trasporti. L'Europa svolge un ruolo centrale negli scambi commerciali globali, con oltre la metà degli scambi commerciali mondiali che riguardano il continente. I principali scambi commerciali dell'Europa includono:
I trasporti sono sviluppati su strada, ferrovia, mare e via aerea, con una rete logistica molto avanzata che facilita il movimento delle merci e delle persone. In particolare, il trasporto ferroviario è preferito per la movimentazione di merci pesanti e per i viaggi a lunga distanza, mentre il trasporto aereo è più utilizzato per merci di valore elevato e per i passeggeri.