I diritti delle donne in Italia - Linea del tempo

Un simpatico repertorio di informazioni relative alla storia dei diritti delle donne

I diritti delle donne in Italia - le tappe principali

una linea del tempo senza alcuna pretesa di esaustività...

Prima del XIX secolo: Il diritto allo studio

In epoche passate, l'istruzioneL'istruzione è il processo di insegnamento e apprendimento che avviene nelle scuole e nelle università. Ha l'obiettivo di favorire lo sviluppo intellettuale, sociale e personale degli individui ed è considerata fondamentale per la crescita economica e sociale di una società. era un privilegio riservato esclusivamente agli uomini. Le donne erano generalmente escluse dall'istruzione superiore e dai diritti civili.
Nel XVIII secoloIl XVIII secolo, o Settecento, è il periodo della storia che va dal 1701 al 1800. È un'epoca caratterizzata da importanti cambiamenti sociali, culturali e politici, tra cui l'Illuminismo, la Rivoluzione Industriale, la Rivoluzione Americana e la Rivoluzione Francese. , in alcune parti d'Europa, si manifestò un interesse crescente per l'educazione femminile, ma le opportunità rimanevano limitate e solo poche donne poterono approfittarne.
In Italia, che all’epoca non era nemmeno una nazione unita, vi furono alcuni casi sporadici di donne che poterono laurearsi.

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1722 - laurea femminile

Laura BassiAd es. due bolognesi, Maria Vittoria Delfini Dosi, che nel 1722, sollevando non poche polemiche, conseguì la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna, e Laura Bassi, che si laureò in fisica nel 1732. Si tratta in ogni caso di episodi sporadici e lontani dal poter rappresentare un mutamento significativo.

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XIX secolo: innovazione vs tradizione

Nell'OttocentoL'Ottocento, o XIX secolo, è il periodo della storia che va dal 1801 al 1900. È caratterizzato da Rivoluzione Industriale, imperialismo, progresso scientifico e tecnologico. europeo emergono due tendenze contrastanti: quella tradizionalista e quella innovatrice.

Nonostante la diffusione della "rivoluzione femminista" in tutta Europa, in Italia, alla fine del secolo, il Codice civile del 1865, il primo del neonato Regno d'ItaliaFu proclamato il 17 marzo 1861, quando Vittorio Emanuele II di Savoia fu incoronato re d'Italia, completando l'unificazione italiana. Terminò nel 1946 con la proclamazione della Repubblica Italiana, in seguito a un referendum istituzionale. , ancora limitava l'indipendenza giuridica delle donne.

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1859 - Legge Casati e istruzione elementare

Nel 1859, poco prima della proclamazione del Regno d'Italia, con la legge CasatiLa legge Casati (1859) è stata una riforma del sistema educativo del Regno di Sardegna che successivamente venne estesa a tutto il Regno d'Italia. La legge istituì l'obbligo scolastico per i bambini dai 6 ai 12 anni e fu una delle leggi fondamentali per la costruzione del sistema scolastico italiano. , l'istruzione elementare divenne obbligatoria per entrambi i sessi, aprendo la strada all'accesso all'istruzione superiore.

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1867 - Salvatore Morelli

Già nel 1867 il deputato Salvatore MorelliSalvatore Morelli (1824-1880) è stato un politico, rivoluzionario e garibaldino, noto per il suo impegno in favore dei diritti delle donne e delle riforme sociali. Fu tra i primi a proporre l'uguaglianza giuridica tra uomini e donne, sostenendo il diritto delle donne all'istruzione e al lavoro. Le sue idee progressiste ebbero un'influenza significativa sul movimento per l'emancipazione femminile in Italia. Fra le sue avanguardistiche proposte ricordiamo anche: la cremazione; l'abolizione dell'insegnamento religioso nelle scuole pubbliche; l'istituzione di una organizzazione sovranazionale, per preservare la pace nel mondo. aveva presentato alla Camera una proposta di legge, che non fu “presa in considerazione”, con la quale proponeva “di abolire la schiavitù domestica con la reintegrazione giuridica della donna”.Salvatore Morelli

Lo stesso Morelli nel 1875 presentò, con un apposito disegno di legge, la richiesta del diritto di voto per le donneIl suffragio femminile rappresenta il diritto delle donne di partecipare alle elezioni politiche attraverso il voto. Questo diritto è stato conquistato gradualmente durante il XX secolo. In Italia, le donne ottennero il diritto di voto dopo la sconfitta del fascismo. Il suffragio femminile è stato un passo fondamentale verso l'uguaglianza di genere e la partecipazione democratica. .

Morelli

1876 - accesso agli studi universitari

Nel 1876, sei anni dopo l'annessione di Roma, le donne furono autorizzate a frequentare gli studi universitari in giurisprudenza. Nondimeno il numero di laureate fino ai primi anni del Novecento era esiguo e dopo gli studi, molte donne incontravano difficoltà nell'esercitare la loro professione a causa dei pregiudizi che le consideravano non idonee alle stesse attività degli uomini. Un esempio di questa situazione è Lidia Pöet, laureata in Giurisprudenza nel 1881, cui nel 1883 fu impedito di praticare la professione.

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1899 - Unione Femminile Nazionale (UFN)

Nel 1899, tre anni dopo la sconfitta di Adua e un anno prima del regicidio di Umberto I, fu fondata a Milano (da un gruppo di donne e uomini della borghesia milanese, molti dei quali erano militanti o simpatizzanti del Partito socialista) l'organizzazione UFN con l’obiettivo di emancipare le donne attraverso l’acquisizione di diritti politici, sociali e civili. L’organizzazione mirava a migliorare le condizioni delle lavoratrici e promuovere l’emancipazione femminileL'emancipazione femminile è il processo di conquista dei diritti civili, sociali, economici e politici da parte delle donne, volto a raggiungere l'uguaglianza di genere. Questo movimento ha portato a importanti cambiamenti legislativi e sociali, come il diritto di voto, l'accesso all'istruzione e al lavoro, e la parità di trattamento. L'emancipazione femminile ha contribuito a migliorare la condizione delle donne nella società e a promuovere la giustizia sociale. Tra le attiviste maggiormente ricordate: Olympe de Gouges (Francia, 1748-1793) - Anna Kuliscioff (Italia, 1855-1925) - Emmeline Pankhurst (UK, 1858-1928) - Alice Paul (USA, 1885-1977) , proponendo un nuovo modello di famiglia e società senza discriminazioni. Tra le iniziative dell’UFN, vi erano la lotta per il diritto di voto delle donne, la tutela del lavoro e della maternità, e la formazione di ispettrici di fabbrica per far rispettare le leggi sul lavoro femminile.

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Inizio del XX secolo: Proposte di estensione dei diritti delle donne

Nei primi decenni del Novecento, furono proposte alcune leggi per estendere il diritto di voto alle donne e promuovere l'uguaglianza di genere nelle professioni. Tuttavia, persisteva ancora l'idea che alcune professioni dovessero essere precluse alle donne a causa di presunte limitazioni legate alla loro intelligenza inferiore, al ruolo insostituibile nella famiglia, all'instabilità e incostanza, e al presunto disinteresse per le questioni politiche e sociali.

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1902 - la maternità

Nel 1902 (Legge Càrcano, ministro delle finanze del governo Zanardelli) viene introdotto il congedo di maternità. Questa legge stabiliva che le donne potevano riprendere il lavoro un mese dopo il parto. La stessa legge stabiliva nuove norme sul lavoro femminile introducendo un limite orario di 12 ore.

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1919 - abolizione dell'autorizzazione maritale

Nel 1919, con la legge n. 1176, l'autorizzazione maritale fu abolita (la moglie doveva chiedere l’autorizzazione al marito per utilizzare i propri beni e per comparire in giudizio), garantendo alle donne l'emancipazione giuridica. Si stabilì inoltre che “Le donne sono ammesse, a pari titolo degli uomini, ad esercitare tutte le professioni ed a coprire tutti gli impieghi pubblici, esclusi soltanto, se non vi siano ammesse espressamente dalle leggi, quelli che implicano poteri pubblici giurisdizionali o l'esercizio di diritti e di potestà politiche, o che attengono alla difesa militare dello Stato secondo la specificazione che sarà fatta con apposito regolamento”.

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Ventennio fascista

Nel 1925, con la legge 2125 le donne vengono per un breve periodo ammesse alle elezioni amministrative, però l’anno successivo, con le leggi fascistissimeintrodotte in Italia nel 1925-1926, rappresentarono un'escalation nell'autoritarismo del regime fascista di Benito Mussolini. Tra queste leggi vi furono la soppressione dei partiti politici non fascisti, la riduzione delle libertà civili, la censura dei media, e il potenziamento dei poteri esecutivi del Duce. Queste leggi segnarono la svolta verso un regime totalitario. , sono abolite le elezioni amministrative (la carica elettiva del sindaco viene sostituita dal podestà, nominato dal governo centrale).

Durante il regime fascistasistema politico autoritario caratterizzato dal nazionalismo estremo, dal razzismo, dalla dittatura centralizzata, dal controllo totale dello Stato sulla società e sull'economia, dall'uso della violenza e della propaganda per sopprimere l'opposizione politica , i diritti delle donne subirono una forte regressione. In questi anni, il tasso di occupazione femminile subì un drastico calo, determinando un ritorno della donna a una condizione di dipendenza dal marito. Nella famiglia italiana, si delineava un contesto in cui prevaleva la superiorità del marito, con la donna relegata al ruolo di madre e governante domestica. Questo comportava la sua sottomissione e ubbidienza, ritornando a una condizione di assoluta sudditanza all'uomo, che implicava inferiorità spirituale, culturale ed economica.

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1945 - Conquista del diritto di voto

Dopo la liberazione dal nazifascismo, nel 1945, venne concesso alle donne il diritto di voto. Negli anni successivi il movimento femminista ottenne progressi significativi, inclusi l'abolizione dello sfruttamento statale della prostituzione e l'accesso alle cariche giuridiche e diplomatiche.

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1946 - Il referendum

Il 2 giugno 1946, l'Italia tenne un referendumUn referendum è una consultazione popolare attraverso la quale i cittadini sono chiamati a esprimere il loro parere su una specifica questione o proposta di legge. Il referendum è uno strumento di democrazia diretta. istituzionale decisivo che segnò la fine della monarchia e l'instaurazione della Repubblica. Questo evento storico non solo stabilì la forma di governo del paese, ma fu anche cruciale per l'emancipazione femminile in Italia. Grazie al referendum, le donne italiane ottennero finalmente il diritto di voto completo, inclusivo di tutte le elezioni nazionali.suffragio femminile

Il referendum rappresentò un punto di svolta, consentendo alle donne di partecipare attivamente alla vita politica del paese e contribuendo significativamente alla promozione dell'uguaglianza di genere in Italia.

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1948 - entra in vigore la Costituzione

La Costituzione afferma solennemente alcuni principi fondamentali in tema di parità di diritti tra uomo e donna

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1963 - Accesso agli impieghi pubblici (1963)

Nel 1963, la legge n. 66 permette alle donne di accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, inclusa la Magistratura.

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1970 - Divorzio

Il divorzioIl divorzio è il procedimento legale che scioglie un matrimonio, ponendo fine ai diritti e agli obblighi reciproci tra i coniugi è legalizzato nel 1970, l'iter giuridico, inizialmente molto lungo, viene ridotto a 3 anni nel 1987. Nel 1974, un referendumUn referendum è una consultazione popolare attraverso la quale i cittadini sono chiamati a esprimere il loro parere su una specifica questione o proposta di legge. Il referendum è uno strumento di democrazia diretta. conferma la legge sul divorzio.

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1975 - Riforma del diritto di famiglia

La legge del 1975 stabilisce la parità tra coniugi, passando dalla potestàLa potestà è il potere legale conferito a una persona di prendere decisioni riguardanti la cura, l'educazione e il benessere di un minore maritale all'eguaglianza e sottolineando la responsabilità e il dovere di entrambi i genitori nella crescita dei figli.

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1978 - Aborto

Nel 1978, approvata la legge 194 che regola l'abortoL'aborto è l'interruzione volontaria della gravidanza, solitamente effettuata entro le prime settimane di gestazione. In Italia, l'aborto è stato legalizzato con la legge n. 194 del 22 maggio 1978, che consente alle donne di interrompere la gravidanza entro i primi 90 giorni. La legge garantisce anche l'accesso a servizi di consulenza e supporto. nei casi previsti. Questa legge è stata confermata dagli elettori con un referendum il 17 maggio 1981.

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1981 - Abolizione del delitto d'onore e matrimonio riparatore

Nel 1981 fu abolito il delitto d'onore (l’art. 587 del codice penale consentiva che fosse ridotta la pena a chi uccidesse la moglie o il marito per difendere “l’onor suo o della famiglia”) e l'istituto del matrimonio riparatore (uno stupratore poteva evitare la condanna sposando la vittima. Fu Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore).

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2010 - Parità sul lavoro

Il DL 5/2010 rafforza la parità retributiva e promuove condizioni di lavoro flessibili.

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2011 - Quote rosa nei consigli di amministrazione

Nel 2011 viene introdotta la disposizione per garantire l'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione.

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2009-2013 - Leggi contro stalking e violenza sulle donne

Nel 2009, legge contro lo stalking. Nel 2013, decreto legge contro il femminicidio e la violenza sulle donne.

leggi contro lo stalkingLo stalking è un comportamento persecutorio e ripetuto nei confronti di una persona, tale da causarle ansia, paura e preoccupazione per la propria sicurezza. In Italia, lo stalking è considerato un reato dal 2009 con l'introduzione dell'articolo 612-bis del Codice Penale. Le vittime di stalking possono chiedere misure cautelari e protezione legale per tutelarsi da ulteriori molestie. , femminicidioIl femminicidio è l'uccisione di una donna a causa del suo genere, spesso come esito di violenza domestica o di genere. Questo termine sottolinea il carattere misogino del crimine, distinguendolo dagli altri tipi di omicidio. In Italia, il fenomeno è stato oggetto di crescente attenzione e nel 2013 è stata approvata una legge specifica per contrastare la violenza di genere, aumentando le pene e introducendo misure di prevenzione e protezione per le vittime. , violenza sulle donne

2018 - Codice Rosso

Viene introdotta la legge n. 69/2019, conosciuta come Codice Rosso, che mira a rafforzare la protezione delle vittime di violenza domestica e di genere, accelerando le procedure giudiziarie.

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2019 - Parità salariale

Viene approvata una legge che obbliga le aziende con oltre 100 dipendenti a redigere un rapporto biennale sulla parità di genere e sulle retribuzioni.

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2020 - Diritto di congedo per violenza di genere

Viene introdotto il diritto a un congedo retribuito per le donne vittime di violenza di genere, per permettere loro di affrontare situazioni di emergenza e recupero.

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2021 - Piano Strategico Nazionale sulla Violenza Maschile Contro le Donne

Il governo italiano adotta un nuovo piano strategico per prevenire e contrastare la violenza contro le donne, con misure specifiche per la sensibilizzazione, la prevenzione e il supporto alle vittime.

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