La liberazione

La liberazione dell'Italia avvenne nella primavera del 1945, quando gli alleati sfondarono  la Linea Gotica, dove si era fermato il fronte della battaglia per diverso tempo, e penetrarono nella Pianura Padana. Le forze tedesche vennero rapidamente sconfitte e, dopo un tentativo di resistenza sulle linee dei fiumi dell'Emilia, iniziarono il ripiegamento in disordine.
Il 16 aprile il CLNAI comunicò le direttive insurrezionali a tutte le forze della Resistenza; dalle montagne, i partigiani confluirono verso i centri urbani del Nord Italia, occupando fabbriche, prefetture e caserme. Nelle fabbriche occupate dagli operai entrati in sciopero  venne dato l'ordine di proteggere i macchinari dalla distruzione. Le sedi dei quotidiani furono usate per stampare i giornali clandestini dei partiti. Mentre avveniva ciò, le formazioni fasciste si sbandavano e le truppe tedesche battevano in ritirata: le truppe nazifasciste si stavano disfacendo.

L'insurrezione generale dilagò in tutte le principali città del nord pochi giorni prima che arrivassero gli Alleati; furono quindi i partigiani a liberare le città. Il 25 aprile 1945 i partigiani liberarono Milano, Torino e Genova e il 29 aprile i tedeschi si arresero.

Il 27 aprile 1945 fu catturato anche Mussolini e per ordine del CLNAI fu fucilato; il suo cadavere, insieme a quello di altri fascisti, fu portato a Milano ed esposto a Piazzale Loreto, dove qualche mese prima avvenne per rappresaglia una strage di partigiani.

Il 2 maggio 1945 il generale inglese Alexander ordina che i partigiani consegnino le armi e decreta lo scioglimento delle organizzazioni partigiane. Molti combattenti vennero arruolati in un corpo di polizia appositamente creato. La guerra di Resistenza era finita; l'Italia era stata liberata, ora si doveva ricostruire.