Alcune scene di vita nei campi di sterminio nazisti
SCHEDE
TESTIMONIANZE
E DOCUMENTI
LA
SHOAH DOPO LA SHOAH
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LA
PERSECUZIONE NELLA NOSTRA PROVINCIA |
- La
deportazione degli ebrei alessadrini
- Elenco
degli ebrei alessandrini deportati nei campi di sterminio
- Elenco
dei deportati alessandrini nei campi di concentramento
(tratto da Cesare Manganelli, Brunello Mantelli, Antifascisti,
partigiani, ebrei: i deportati alessandrini nei campi di sterminio
nazisti, 1943-1945, Milano, Angeli, 1991, pp 79-125
- Vittorio
Finzi, Il mio rifugio in Val Borbera
- Aldo
Perosino, Gli ebrei di Alessandria. Una storia di ciquecento
anni
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Sebbene
quello perpretrato dal nazismo non sia l'unico sterminio conosciuto
dalla storia del '900 nè il regime nazista l'unico ad aver
edificato un vasto e articolato "universo concentrazionario",
esso rimane, per più di un aspetto, esemplare. E' la sistematicità
con cui fu organizzato, quasi si trattasse di un'impresa industriale,
unita alla volontà, mai manifestatasi prima nella storia,
di sterminare un intero popolo e con esso tutti gli individui definiti
dalla ideologia nazista come pericolosi per la purezza della "razza
ariana", a renderlo unico. Senza la tecnologia moderna, senza
la "razionalità burocratica" propria di società
arrivate allo stadio di complessità di quella tedesca (in
virtù della quale agli stessi esecutori il terribile compito
loro affidato poteva sembrare nulla più che una questione
"amministrativa"), lo sterminio, così come fu concretamente
realizzato, non sarebbe stato possibile. Non solo. In nessun altro
caso, come in quello nazista, il campo di concentramento divenne
il laboratorio in cui il regime intendeva"costruire" il
mondo nuovo di cui parlava la sua ideologia, quasi si trattasse
di un enorme esperimento sulla natura umana, il cui fine era quello
di "reificare" le vittime e trasformare in "superuomioni"
i carnefici.
A distinguere Auschwitz dagli altri stermini di massa del '900 è,
in un certo senso, proprio la sua modernità.E' per questa
ragione che Auschwitz apparve subito come il punto più basso
del secolo e divenenne col tempo il buco nero della coscienza collettiva
non solo dei tedeschi ma di tutta la civiltà europea, il
simbolo del male radicale nella storia, qualcosa di inintellegibile
a partire dalla categorie storiche e filosofiche con cui normalmente
si indagava il passato o ci si sforzava di comprendere il presente.
La rappresentazione di sé e della propria storia elaborata
per secoli dalla cultura europea, quella di un inarrestabile progresso
della tecnologia e della scienza cui si univa necessariamente anche
quello della morale e della civiltà, veniva, così,
radicalmente "confutata" dalla realtà di Auschwitz.
La barbarie più assoluta sembrava essere il volto nascosto
della società moderna, una possibilità da sempre insita
nel progresso stesso della società umana e non solo una deviazione
occasionale dal suo naturale cammino.
Per
ricordare tutte le vittime della follia omicida nazista il Parlamento
italiano ha scelto, nel 2000, la data del 27 Gennaio. Il 27
gennaio del 1945, infatti, le truppe sovietiche, avanzando nel
territorio
polacco, raggiungevano il campo di Auschwitz, da pochi giorni
abbandonato
dalle SS tedesche. Il mondo intero cominciava, così, a prendere
coscienza delle proporzioni e della radicalità dello stermino
del popolo ebraico e insieme ad esso, di centinaia di migliaia
di altri individui, che, secondo l'ideologia hitleriana, non dovevano
e potevano trovare posto nella nuova Europa ariana. Nei
paesi occupati dai nazisti, soprattutto quelli dell'Europa orientale,
come nella stessa Germania, furono così, insieme agli ebrei,
perseguitati, deportati e sterminati gli appartenenti a minoranza
etniche considerate inferiori (sinti e rom e alcune minoranze slave),
o religiose (Testimoni di Geova), e, in nome di un aberrante principio
eugenetico, quanti erano affetti da handicap fisici o mentali o
erano, secondo l'ideologia nazista, colpevoli di una inaccettabile
devianza sociale (asociali, omossessuali, persone senza fissa dimora).
Fra le vittime dello stermino vanno poi anche ricordati quei prigionieri
fatti dai nazisti nei paesi occupati a cui non veniva riconosciuto
lo status di prigioniero di guerra e che venivano inviati in campi
di concetramento dove le condizioni detentive erano durissime.
Molti di questi, soprattutto nei paesi dell'Europa orientale,
in considerazione
della loro posizione sociale o politica (dirigenti comunisti o
ufficiali dell'esercito) non venivano neppure deportati ma brutalmente
eliminati
una volta catturati. Fu quanto, per esempio, accadde in Polonia
nei primi tempi dell'occupazione nazista, con l'obiettivo di eliminare
preventivamente ogni focolaio di resistenza e di avviare, distruggendo
l'élite dirigente di quel paese, la riduzione dei polacchi
a un popolo di schiavi.
Per
questi motivi, in occasione della Giornata della Memoria 2003, il
nostro Istituto ha deciso di dedicare una sezione speciale di questo
sito alla memoria delle vittime dei campi di sterminio nazisti.
Una sezione che vorrebbe rivolgersi soprattutto agli studenti delle
scuole secondarie superiori e che vorebbe essere anche un piccolo
ma significativo contributo a una corretta divulgazione storica.
E' nostra intenzione arricchirla constantemente nel tempo (alcune
pagine sono infatti ancora in costruzione), dedicando ampio spazio
non solo alle vicende e allo sterminio degli ebrei europei ma anche
a quello di tutte le altre minoranze etniche e sociali perseguitate
dai nazisti, nella consapevolezza che questo non significa affatto
sminuire l'importanza e la centralità del primo, ma sia,
al contrario, un'operazione necessaria per comprenderlo storicamente.
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