Crollo degli imperi:
- Impero tedesco
- Impero astro-ungarico
- Impero turco
- Impero russo
L'Inghilterra e la Francia consolidano il primato coloniale, politico, economico e militare.
La Francia riprende i territori dell'Alsazia e della Lorena che aveva perso dopo Sedan (1870).
La Germania è severamente penalizzata dai trattati che chiudono il conflitto:
deve cedere territori a favori di Francia, Polonia e Danimarca;
deve rinunciare a tutte le colonie;
deve ridurre drasticamente il proprio esercito (tetto massimo di 100mila uomini);
deve perdere completamente la propria flotta navale;
deve pagare a titolo di riparazione una cifra altissima agli stati vittoriosi.
Vengono creati alcuni Stati cuscinetto, dovuti alla fine degli imperi e finalizzati a tenere a distanza l'URSS:
Estonia, Lettonia, Lituania,
Cecoslovacchia,
Polonia
e Jugoslavia.
L'Impero Austro-ungarico si divide in Austria e Ungheria.
Nasce la Società delle Nazioni, proposta dal presidente statunitense Wilson.
Il suo compito doveva essere quello di risolvere i problemi tra gli stati per evitare un'altra guerra (ruolo ricoperto oggi dall'ONU). Ne facevano parte gli stati vittoriosi della guerra e quelli neutrali.
Stati Uniti e Giappone si affermano come potenze economiche e militari, assumendo ruolo egemone nei rispettivi continenti di appartenenza.
Dalla divisione dell'Impero ottomano nasce il mandato inglese sulla Palestina che rappresenta il primo passo per la nascita di Israele.
Le conseguenze da un punto di vista sociale furono inflazione e disoccupazione.
Si dovettero fare grandi sforzi per riconvertire le industrie belliche
e si crearono le condizioni per la nascita dei totalitarismi.
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