Dalla fine del Duecento, molti Comuni italiani adottarono un regime alternativo, affidandosi a figure di prestigio. Questo portò alla creazione di Signorie, come i Visconti a Milano e i Della Scala a Verona.
Nel Trecento, i signori consolidarono il loro potere trasformando le corti in centri culturali e cercando la legittimazione dall'imperatore o dal papa.
Dal XIII secolo, le guerre vennero combattute da mercenari chiamati condottieri. Tra i più noti ci furono Bartolomeo Colleoni, Gattamelata e Alberico da Barbiano.
Nel Trecento, l'Italia era frammentata in Comuni e Signorie. Alla fine del XV secolo, Milano, Venezia e Firenze divennero i principali Stati regionali.
Il ducato fu guidato dai Visconti e successivamente dagli Sforza, che governarono fino al 1535. Il ducato si espanse sotto Gian Galeazzo Visconti e Francesco Sforza.
Venezia, nonostante il suo governo repubblicano, divenne sempre più oligarchica. Nel XV secolo, espanse il suo dominio su Veneto, Lombardia, Istria e Dalmazia.
Nel XV secolo, Cosimo de' Medici trasformò Firenze in una Signoria, consolidando il potere dei Medici e favorendo lo sviluppo culturale.
Accanto ai grandi Stati regionali, esistevano piccoli Stati come il Marchesato di Mantova, il Ducato di Urbino e la Repubblica di Genova, che mantennero la loro indipendenza.
Durante il periodo avignonese, Cola di Rienzo tentò di ripristinare la grandezza di Roma, ma fu assassinato nel 1354. Successivamente, Innocenzo VI ristabilì il controllo della città.
Nel Sud, il regno di Napoli passò dagli Angioini agli Aragonesi con Alfonso V d'Aragona, che unificò Napoli e Sicilia.
Nel 1454, la Pace di Lodi stabilì l'equilibrio tra i principali Stati italiani, permettendo un periodo di pace durato circa 50 anni.